Il Centro Lucio Bini per lo Studio e la Terapia della Depressione nasce a Roma nel 1973 con sede in via Crescenzio 4. I suoi fondatori sono: Athanasios Koukopoulos (direttore), Antonio Bernabei, Benedetto Caliari, Paolo Girardi, Daniela Reginaldi e Leonardo Tondo; tutti psichiatri animati dallo spirito comune di rivitalizzare una psichiatria dei fatti e non soltanto delle teorie. L’attività del Centro, seguendo gli interessi del suo direttore, si svolge prevalentemente intorno allo studio e al trattamento dei disturbi dell’umore e della terapia della malattia maniaco-depressiva, conosciuta fin dal I secolo dopo Cristo.
In realtà il Centro esisteva già, sebbene ancora in forma non ufficiale, dal 1970 presso la medesima sede. In quell’ambiente romano in stile Liberty, Athanasios Koukopoulos aveva riunito un gruppo di giovani e promettenti psichiatri, per lo più universitari: Andrea Dotti, Alberto Gaston, Vittorio Guidano, Gianni Liotti, Paolo Pancheri e Daniela Reginaldi, attorno ai quali maturarono successivamente un gran numero di neo-specialisti e specializzandi.
Nel Centro, si ha la voglia di parlare di psichiatria come una parte della medicina e delle funzioni della mente restando attaccati alle esperienze scientifiche; di descrivere e scrivere di disturbi psichiatrici dal punto di vista della pratica clinica (sia psicofarmacologica che psicoterapeutica) basata sulle evidenze e non sulle interpretazioni e supposizioni. Sicuramente, non una psichiatria in opposizione alla psicologia clinica o alle psicoterapie ma che vuole prendere le distanze da un mondo psicologico fumoso e spesso ascientifico che domina in quegli anni. Non a caso è proprio dal Centro Bini di allora che si sviluppa, con l’opera di Vittorio Guidano e Gianni Liotti prima, e di Adele De Pascale e Mario Antonio Reda qualche anno più tardi, uno degli orientamenti psicoterapeutici più interessanti degli ultimi anni: quello cognitivo comportamentale.
Da questo modello nasce una pratica terapeutica riconosciuta come tra le più efficaci nel trattamento dei disturbi dell’umore, di quelli ansiosi e dell’alimentazione e, come dimostrato da recenti pubblicazioni, nella prevenzione dei comportamenti suicidari.
Quando iniziamo a lavorare, ci rendiamo conto del costante e veloce aumento delle conoscenze scientifiche sui temi della psichiatria tanto da decidere di convogliare tutte le nostre energie sul tema che ci aveva riunito: lo studio della malattia maniaco-depressiva o disturbo dell’umore. Successivamente, dopo l’osservazione di un elevato numero di pazienti provenienti da un paese della Sardegna ricoverati nella sua casa di cura, Koukopoulos progetta un ambizioso studio epidemiologico di prevalenza dei disturbi in una comunità. Per questo motivo, si reca ad Aarhus (Danimarca) per discuterne con i1 Prof. Erik Strömgren e inizia la ricerca con i suoi collaboratori. La mancanza di finanziamenti esterni (tutti i pazienti sono visitati gratuitamente) blocca però il progetto. Tuttavia, 1’alta richiesta di consulenza psichiatrica proveniente da tutta l’isola porta, nel 1977, alla fondazione del Centro Lucio Bini di Cagliari (in collaborazione con Maria Cantone, Gianfranco Floris, Paolo Laddomada, Gian Paolo Minnai, Gino Serra, Francesco Toccafondi e Leonardo Tondo).
In un pomeriggio di dicembre del 1999 ci riuniamo nuovamente, insieme a molti altri colleghi, pazienti e loro familiari, per fondare Aretaeus, un’associazione non-profit con lo scopo di stimolare attività di ricerca e di informazione per gli utenti, per la comunità scientifica e per le autorità amministrative e politiche. A questa va aggiunta la collaborazione con esperti e istituzioni nazionali ed internazionali, l’organizzazione di corsi e convegni aperti a tutti per promuovere un dibattito continuo su temi di grande importanza tanto individuale quanto sociale.
Athanasios Koukopoulos scompare la mattina del 20 aprile 2013 nella sua casa romana, circondato dalla sua famiglia: la sua compagna di lunga data, Daniela Reginaldi e le loro due figlie, Alexia e Arianna, il figlio Harilaos e i suoi amatissimi quattro nipoti.
A distanza di 40 anni dalla sua fondazione, oggi è possibile affermare che il bilancio della nostra attività è sicuramente positivo ed è testimoniato dai numerosi riconoscimenti internazionali ricevuti in questi anni e dalle pubblicazioni scientifiche sugli argomenti a noi cari. La più grande soddisfazione, però, è quella di aver ridato speranza a tutti quei pazienti e alle loro famiglie che hanno riacquistato la voglia di vivere nonostante il peso dei loro mali.