Si. I dati sulla comparsa del Disturbo Bipolare in età evolutiva parlano di un’età media di 4,5 anni per l’esordio nell’infanzia e di 9,5 anni per l’esordio in adolescenza. Si stima che l’insieme dei Disturbi Bipolari colpisca circa il 4% dei bambini e degli adolescenti nella popolazione generale, senza differenze fra maschi e femmine anche se gli esordi precoci (prima dei 13 anni) sono più frequenti fra i maschi. Negli ultimi decenni l’esordio precoce di questi Disturbi è divenuto un tema che ha catturato sempre più l’attenzione e l’interesse dei clinici e dei ricercatori, anche per la difficoltà a diagnosticare il Disturbo Bipolare in età evolutiva e a distinguerlo da altri disturbi tipici di questa fase di vita (es. Disturbo dell’Attenzione e Iperattività, Disturbo del Comportamento, Disturbo Oppositivo Provocatorio).

I dati di ricerca dimostrano che spesso i Disturbi Bipolari in età evolutiva vengono valutati e trattati molto tempo dopo la loro prima comparsa, e che tanto l’esordio precoce quanto il ritardo nel trattamento si associano a un andamento della patologia più avverso e persistente durante l’età adulta. Un trattamento precoce ed efficace, invece, si associa a un decorso più favorevole e a una migliore prognosi in età adulta e, per questo, è fortemente consigliato.

L’opportunità e la natura del trattamento farmacologico in età evolutiva va sempre valutata da uno Psichiatra e/o Neuropsichiatra Infantile. Inoltre, in questa fase di vita è fondamentale svolgere anche un percorso di psicoterapia per il bambino/adolescente e per i genitori – anche in raccordo con la scuola ed eventuali altre figure educative e di riferimento per il bambino/adolescente a livello extra-scolastico (es. educatori, allenatori sportivi) – finalizzato alla conoscenza del disturbo, al riconoscimento e alla gestione delle difficoltà emotive e relazionali che comporta e alla prevenzione di ricadute negative nel funzionamento psicosociale, relazionale e nell’autostima.

Caterina Visioli