Con parole nostre

Resto chiuso dentro questa stanza
Colpa di questi attacchi d’ansia
Una preda che ha sofferto abbastanza
Un Calvario a cui non so dire basta.

Sono uno dei tanti che ci convive
Uno che tra urla e pianti scrive
Aspettando che arrivi questa fine
attacchi silenziosi nascosti come mine

Scavo con le unghie dentro questa carne
Per portare fuori queste lame
È difficile ci facciamo sopraffare
non è colpa nostra non siamo fatti male

Noi fiori del deserto ci sentiamo soli
Distanti da tutti come i poli
Fingi che va tutto bene e lo nascondi.
ogni sillaba è una lama che affondi

Giuro che stanotte non ti lascerò parlare
Non starò li fermo ad aspettare
Un alba che mi possa  rigenerare
Per tutte quelle volte che ti ho lasciato fare

Sarò io ad alzarmi al tuo cospetto
Mi accetto se pur un essere imperfetto
Quante volte mi ha buttato sopra questo letto
Mi ha dato il senso di essere un fottuto Inetto

Incapace di sollevarmi di amarmi
Sarà una lotta io e te ma senza armi
Giornate intere passate a disprezzarmi
Quasi convinto nel profondo a odiarmi

Sarò io a essere il tuo padrone
L’unico e solo vero vincitore
sarò incline a far tacere questa voce
Che dal silenzio emerge.. depressione

I colori simboleggiano la parte di noi ricca di speranze, sentimenti ed energie.

Puntuale ahimè arriva nero, il senso di oppressione dato dai brutti pensieri, che si riflette anche sullo stomaco e ci fa sentire come stretti in una morsa.

L’autunno è la stagione in cui molti di noi vorrebbero solo poter vomitare fuori quello che ci tormenta e ci fa stare male.